Negli ultimi anni, il panorama delle normative in ambito di cybersecurity e protezione dei dati si è notevolmente evoluto, imponendo requisiti sempre più stringenti anche a quelle organizzazioni che, pur non rientrando nel campo di applicazione diretto delle leggi più recenti, devono comunque adeguarsi a standard di sicurezza elevati. Un esempio lampante è rappresentato dalla necessità di monitorare costantemente lo stato della sicurezza, dei backup e dei piani di Disaster Recovery (DR), non solo per chi è soggetto alla direttiva NIS2 (Network and Information Security), ma anche per le aziende che ne sono formalmente escluse.
La pressione normativa in crescita
La NIS2, che si pone l’obiettivo di rafforzare la resilienza informatica e la sicurezza delle reti in Europa, impone obblighi rigorosi per i settori critici e di rilevanza economica e sociale, come le infrastrutture energetiche, i trasporti e la sanità. Tuttavia, la crescente sensibilità verso i temi della cybersecurity e la maggiore consapevolezza dei rischi hanno portato anche molte aziende al di fuori del perimetro NIS2 a riconsiderare il proprio approccio alla sicurezza informatica.
Le normative locali, gli standard internazionali come l’ISO/IEC 27001, il GDPR e altre regolamentazioni settoriali richiedono livelli di protezione dei dati sempre più elevati, spingendo le imprese a investire in sistemi di monitoraggio e protezione continua. A questo si aggiungono le aspettative di partner e clienti, che sempre più spesso richiedono evidenze di sicurezza adeguate per poter collaborare. Di conseguenza, il monitoraggio h24 dei sistemi di sicurezza, dei backup e dei piani di disaster recovery è diventato una pratica sempre più diffusa.
Monitoraggio 24/7: perché è fondamentale?
Un monitoraggio 24/7 della sicurezza informatica non è più un’opzione, ma una necessità per fronteggiare le minacce informatiche in continua evoluzione. Gli attacchi cyber, come ransomware, phishing e compromissioni di dati, non hanno orari di operatività e possono colpire in qualsiasi momento. Un sistema di monitoraggio continuo consente di rilevare tempestivamente le anomalie, riducendo il tempo di risposta agli incidenti e limitando i danni potenziali.
Questo approccio proattivo alla sicurezza è particolarmente rilevante per garantire l’integrità dei backup e la preparazione di un piano di Disaster Recovery (DR). Infatti, in caso di compromissione dei dati o di un attacco informatico su vasta scala, è essenziale poter contare su backup aggiornati e sicuri, nonché su una strategia di ripristino che permetta di minimizzare i tempi di fermo e garantire la continuità operativa.
Backup e Disaster Recovery: una sicurezza aggiuntiva
Il backup regolare dei dati e una solida strategia di Disaster Recovery sono da sempre considerati i pilastri della continuità operativa. Tuttavia, oggi questi elementi devono essere gestiti con una maggiore attenzione alla sicurezza, tenendo conto dei requisiti imposti dalle normative, delle aspettative del mercato e delle crescenti minacce.
L’adozione di tecniche di cifratura avanzata, l’archiviazione su piattaforme sicure e la creazione di backup in modalità off-site sono solo alcune delle misure che le imprese devono considerare per proteggere i propri dati. Parallelamente, un piano di DR efficace prevede test periodici per verificare la capacità dell’organizzazione di ripristinare i dati e le operazioni in tempi rapidi, simulando scenari di crisi per identificare e risolvere eventuali criticità.
Le sfide per le aziende non soggette a NIS2
Anche se non obbligate a rispettare direttamente la NIS2, molte aziende devono affrontare sfide simili per garantire la protezione dei dati e la resilienza operativa. La necessità di rispondere a regolamenti come il GDPR, che richiede la protezione dei dati personali con misure tecniche adeguate, e la conformità agli standard ISO, spinge le imprese a investire in sistemi di sicurezza avanzati e monitoraggio continuo.
Inoltre, la competitività sul mercato richiede alle aziende di dimostrare di essere all’altezza delle aspettative in termini di cybersecurity, poiché sempre più clienti, partner commerciali e investitori richiedono garanzie tangibili sulla sicurezza delle informazioni. Di conseguenza, molte organizzazioni stanno adottando volontariamente le best practice previste per i soggetti NIS2, implementando politiche di sicurezza informatica rafforzate e un monitoraggio continuo 24/7.
Il “distillato” della NIS2: quali altre pratiche seguire?
Oltre al monitoraggio continuo, la NIS2 promuove una serie di pratiche che, pur non essendo formalmente obbligatorie per tutte le aziende, rappresentano uno standard a cui sempre più organizzazioni si ispirano. Tra queste, troviamo l’obbligo di gestione dei rischi in maniera strutturata, che include l’analisi e la valutazione regolare delle minacce e delle vulnerabilità specifiche. Un altro punto fondamentale è l’adozione di misure di autenticazione forte, come la Multi-Factor Authentication (MFA), per proteggere l’accesso a sistemi e dati critici.
Inoltre, la NIS2 sottolinea l’importanza della formazione continua del personale, affinché tutti siano consapevoli delle buone pratiche di sicurezza e dei rischi associati alle attività quotidiane. Questa sensibilizzazione è cruciale per prevenire incidenti legati al fattore umano, che rappresenta una delle principali cause di compromissioni della sicurezza. La conformità a procedure di gestione degli incidenti strutturate e la predisposizione di piani di comunicazione in caso di crisi sono altre aree che molte aziende stanno adottando, anche se non strettamente vincolate dalla NIS2.
Infine, l’attenzione alla protezione della supply chain digitale è un altro aspetto derivato dalla NIS2 che molte imprese considerano cruciale. Garantire che i fornitori adottino livelli di sicurezza compatibili con gli standard aziendali aiuta a ridurre il rischio di attacchi indiretti, che potrebbero compromettere la sicurezza complessiva dell’organizzazione.
Conclusioni
La sicurezza informatica, il monitoraggio continuo, i backup e i piani di Disaster Recovery sono oggi imprescindibili per qualsiasi organizzazione, indipendentemente dal fatto che essa sia soggetta alla NIS2 o meno. Le pressioni normative, unite alla necessità di proteggere la reputazione e i dati aziendali, rendono necessario un approccio proattivo e costante alla gestione della sicurezza.
Investire in soluzioni di monitoraggio 24/7, implementare backup sicuri e testare periodicamente i piani di DR non è solo un obbligo normativo, ma una scelta strategica per garantire la resilienza e la continuità del business in un contesto sempre più esposto ai rischi informatici. Anche per chi non è direttamente soggetto alla NIS2, seguire queste pratiche rappresenta un’opportunità per restare competitivi e preparati alle sfide del futuro.